Non è passato molto tempo da quando DiRT 3 Complete Edition è stato offerto gratuitamente nell’Humble Store. Ma mentre siamo tutti impegnati a gustarci quel gioco di guida dai toni più frenetici e adrenalinici, come se la cava la entry più recente della serie?
DiRT Rally è apparso per la prima volta in Early Access su Steam nel 27 Aprile 2015, per vedere poi un rilascio completo in edizione digitale il 7 Dicembre dello stesso anno. Inoltre il 5 Aprile 2016 è stato distribuito in edizione fisica per PC, PS4 ed Xbox One, con allegato un documentario su Colin McRae in disco blu-ray.
La versione recensita è quella PC, aggiornata all’ultima versione disponibile al momento della pubblicazione.
Una nuova direzione per il brand
Dal lontano 1998, la serie di videogiochi Colin McRae Rally attirò subito l’attenzione di numerosi appassionati di giochi di guida per l’approccio al mondo del rally abbastanza simulativo, ma con un pizzico di giocabilità arcade che permetteva anche ai meno esperti di divertirsi. Per molti anni non ci furono cambiamenti alla formula e la serie mantenne il suo essere ibrido tra simulazione e arcade, ritagliandosi una sua fetta di mercato, per poi cominciare a sbilanciarsi più sul lato arcade con i capitoli DiRT, presentandosi un po’ come i capitoli Underground della serie Need for Speed.
Fin dal primo giorno in Early Access, invece, la Codemasters mise subito in chiaro che DiRT Rally avrebbe mirato al più sfrenato realismo, tagliando nettamente con i capitoli precedenti e puntando ad una fetta di appassionati che ormai si era costretta a concentrarsi sul mantenere viva una community su Richard Burns Rally (uscito nel lontano 2004), fino a quel momento l’ultimo rimasto a fornire un’esperienza simulativa per il mondo del rally.
Dal principio dell’Early Access DiRT Rally fu accolto benissimo dal pubblico. Anche Codemasters fece la sua parte, ascoltando continuamente i feedback dei giocatori e continuando il lavoro sul gioco con una costanza ammirevole.

Il gameplay
Una volta muniti del proprio volante di fiducia (nel nostro caso un Logitech Momo Racing), la prima cosa che salta all’occhio è la piena libertà di scelta. A differenza di quasi ogni altro videogioco al mondo, in DiRT Rally ogni contenuto è fruibile fin dal primo minuto di gioco in modalità libera e persino la modalità carriera offre piena libertà sulle gare da intraprendere, impostando come unico vincolo la disponibilità monetaria per l’acquisto di vetture ed equipaggio. Questo approccio così aperto rimuove ogni traccia di linearità negli eventi e incentiva molto la sperimentazione, permettendo di sviluppare una carriera che sembrerà interamente personale.
Più in dettaglio, la modalità carriera è piuttosto semplice come impostazione: si parte da campionati aperti la cui partecipazione è libera per chiunque e completandoli con successo sarà possibile accedere a campionati di livello sempre più alto, sfruttando i guadagni nelle corse per comprare vetture e mantenere l’equipaggio.
Anche la gestione dell’equipaggio è molto immediata nonostante un primo impatto disorientante a causa dei numerosi parametri su schermo. Continuando a correre con lo stesso equipaggio è possibile renderlo più efficiente tramite incentivi ed è possibile sbloccare piccoli bonus per migliorare le vetture, slot per l’equipaggio stesso e spazio in garage per acquistare più vetture.
Per quanto riguarda gli eventi multigiocatore, sono presenti modalità che richiedono diversi gradi di impegno: dagli eventi giornalieri mordi e fuggi a interi campionati a cadenza settimanale o mensile che richiedono maggiore dedizione.

Comparto tecnico
Nel caso non fosse chiaro, per un titolo del genere è praticamente d’obbligo essere in possesso di un volante decente. DiRT Rally propone delle impostazioni predefinite già ottimali per ogni dispositivo comune, ma è possibile comunque assegnare ogni pulsante ed asse a seconda delle proprie preferenze.
Purtroppo le impostazioni di gara della vettura non sono altrettanto malleabili rispetto ad altri pionieri del mondo simulativo. Anche se prima di ogni evento è possibile analizzare lo stato della pista e configurare a dovere la vettura in base alle proprie esigenze, i parametri regolabili della vettura non sono poi molti e mancano di valori numerici, optando per dei più generici basso/alto/duro/morbido su una barra da regolare. Ogni voce fa a dovere il proprio lavoro, ma potrebbe non essere il massimo per chi ha esigenze più particolari sui parametri da decidere.
Inoltre le impostazioni consigliate sono molto efficienti e c’è la possibilità di importarne ulteriori centinaia dallo Steam Workshop, quindi capita spesso di pensare che perdere tempo in impostazioni e collaudi sia poco utile.
Dal lato grafico non ci sono particolari effetti pensati per impressionare, ma le vetture sono ricche di dettagli fedeli alla realtà e le piste sembrano davvero uscite dagli ambienti che intendono rappresentare. Anche su pc più datati (nel nostro caso la maggior parte del tempo di gioco è stato su un i3-2100 con una GTX560) è possibile mantenere una fluidità ottimale con 60 o più fotogrammi al secondo dopo essere scesi a compromessi. Un elogio in particolare agli effetti di luce, poco esigenti sull’hardware, ed agli effetti particellari, che replicano effetti di polvere e sporco discretamente anche a dettagli ridotti.
In ambito audio, segnaliamo come il modello dei danni riesca a trasmettere le condizioni (ottimali o non) della vettura e del fondo della pista a un orecchio più attento.

Longevità e conclusioni
DiRT Rally ha abbastanza per soddisfare sia i neofiti che gli esperti del settore a livello tecnico, ma è impossibile trascurare il fatto che l’approccio così aperto ai contenuti possa essere un’arma a doppio taglio per quanto concerne la potenziale longevità del titolo. Una simulazione di questo genere si apprezza a piccoli morsi in un lungo lasso di tempo più che in una maratona volta al completamento degli obiettivi di gioco, quindi richiede una mentalità che molti titoli più popolari non adottano.
Esagerando, in meno di una decina di ore potrebbe sembrarvi di aver visto tutto ciò che DiRT Rally ha da offrire, ma una maggiore dedizione volta al perfezionare le proprie capacità di guida porterà a risultati molto più soddisfacenti a lungo andare. Sarà in quel momento che quella decina d’ore potrà trasformarsi in una cinquantina o di più.
C’è anche la possibilità che si sviluppino comunità di modding appassionate come quelle di Richard Burns Rally, in futuro. Il tempo saprà dire.